Intervista ad Andrea Da Lio, coordinatore italiano del Premio Impresa Ambiente
Il Premio Impresa Ambiente è giunto quest’anno alla sua IX edizione, affermandosi sulla scena italiana come uno dei riconoscimenti più prestigiosi per le aziende che si impegnano e si distinguono sul territorio nazionale dando un contributo innovativo a processi, sistemi, partenariati, tecnologie e prodotti in un’ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e responsabilità sociale.
Abbiamo chiesto ad Andrea da Lio, coordinatore italiano del Premio Impresa Ambiente, quali sono le novità di quest’anno e perché il Premio è sempre più importante per le imprese e gli enti pubblici e privati italiani.
Promuovere il Premio Impresa Ambiente significa promuovere le aziende che hanno investito in ricerca e impegnato tempo, risorse e ingegno nello sviluppare soluzioni e innovazioni che risolvono problematiche attuali (vedi ad esempio la gestione di particolari tipologie di rifiuti), o che grazie a nuove tecnologie di processo o nuovi prodotti garantiscono a parità di prestazioni la salvaguardia delle risorse naturali, la riduzione della CO2 o la protezione della biodiversità.
Dopo più di 5 anni di sospensione, nel 2020 la Camera di Commercio di Venezia Rovigo e Unioncamere ha deciso di rinnovare l’appuntamento con il Premio Impresa Ambiente. Ma quali sono le motivazioni alla base di questa scelta?
Con l’ultima riforma e l’aggiornamento dei compiti propri delle Camere di Commercio – spiega Da Lio – sono previste ‘competenze in materia ambientale attribuite dalla normativa nonché supporto alle piccole e medie imprese per il miglioramento delle condizioni ambientali’, che confermano il ruolo delle Camere nel settore ambientale, che da sempre le vede impegnate nella gestione amministrativa ma anche nella formazione, che a seguito della recente pandemia è avvenuta “a distanza” divenendo maggiormente fruibile e raggiungendo una platea più ampia.
Nel corso dell’intervista Andrea Da Lio ha sottolineato quanto la centralità dell’ambiente e della sostenibilità sia chiara nel contesto in cui viviamo.
Lo vediamo innanzitutto dal quadro generale delle politiche europee, fortemente orientate alla sostenibilità: il piano di investimenti per un’Europa sostenibile previsto dal “Green Deal” per l’Europa, il Next Generation EU, è dotato di una capacità finanziaria di 750 miliardi e prevede espressamente risorse volte ad accelerare la duplice transizione verde e digitale; obiettivi questi ripresi nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che alla missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” assegna una dotazione di 59 miliardi di Euro. Misure queste che ben danno il segno della necessità ineludibile di indirizzare le imprese verso scelte strategiche di sostenibilità ambientale, che permetteranno loro di accedere a questi fondi. Il Premio Impresa Ambiente ritengo possa contribuire a supportare queste scelte.
Tra le novità della IX edizione del Premio Impresa Ambiente, l’introduzione di una quinta categoria: Miglior contributo imprenditoriale alla biodiversità, riservata, come spiega Da Lio “alle aziende che abbiano sviluppato un modello imprenditoriale di successo, un sistema di gestione, un prodotto o un servizio o una collaborazione con un Paese in via di sviluppo che nel contempo abbia apportato un contributo significativo alla riduzione della perdita di biodiversità e di supporto agli ecosistemi naturali.”
Confermata per le aziende in gara la menzione per il ‘Giovane Imprenditore’, riconoscimento riservato a titolari o dirigenti d’impresa under 40 in concorso per una delle categorie, che si siano distinti per spiccate capacità imprenditoriali, innovazione ed attività di ricerca dedicati allo sviluppo eco-sostenibile.
A quest’ultima si aggiunge la menzione speciale per ‘Start-up innovativa’, riconoscimento riservato ad imprese che sono qualificate come start-up innovativa ai sensi dell’art. 25 comma 2 del Decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” in concorso per una delle categorie del Premio, che si siano distinte per progetti altamente innovativi e di ricerca dedicati allo sviluppo eco-sostenibile, un’altra novità della IX edizione del Premio.
Durante il discorso di premiazione della passata edizione, Andrea Da Lio ha sottolineato l’entusiasmo, la creatività e l’innovazione delle aziende partecipanti, nonostante i problemi legati al Coronavirus.
In generale la pandemia ha sicuramente portato ad un ripensamento generale, che per gli operatori economici va dalle logiche produttive all’approvvigionamento delle materie prime. C’è chi ha parlato di ‘resistenza trasformativa’, ovvero della capacità di resistere e di adattarsi senza guardare al passato e perseguendo una crescita unicamente quantitativa, introducendo i principi della sostenibilità tra gli obiettivi aziendali. Vorrei ricordare – continua Da Lio – che dall’undicesimo Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola e Unioncamere è emerso che le imprese della green economy si sono dimostrate più resilienti registrando nel 2020 perdite di fatturato inferiori alle altre, manifestando nel contempo segnali di ottimismo e una previsione di recupero dei livelli di attività precedenti la crisi piuttosto rapidi. Inoltre, dalla recente indagine condotta da EY su come è cambiata la sostenibilità delle imprese italiane dopo Covid-19, emerge che un terzo delle aziende intervistate ritiene che il contesto post- pandemico fungerà da acceleratore per una transizione verso modelli sostenibili, vedendo nella sostenibilità il principale impulso trasformativo. Si tratta ora di indirizzare e supportare questi sforzi: accanto ai drivers interni non possono mancare le pressioni istituzionali per motivare una strategia ambientale proattiva.
Grazie ad Andrea Da Lio per l’interessante intervista.